Pagine

POLYMER CLAY | LA COTTURA

Le paste sintetiche modellabili possono essere cotte in forno a basse temperature e alcune anche in acqua bollente ( ad esempio il cernit ). La cottura o anche “vulcanizzazione” del materiale conferisce durezza, il principio interessante di questo materiale è la polimerizzazione: tra i 100° ed i 130° C le molecole dei polimeri della pasta si incrociano, creando dei legami tra di loro quindi la pasta si indurisce.
I 100 ° sono consigliati per i forni elettrici termoventilati, nel forno a gas non è garantita la costanza e la distribuzione della temperatura, il microonde non va assolutamente utilizzato cocendo l’oggetto dall’interno potrebbe deformarlo, creare delle crepe o addirittura farlo scoppiare. Se il forno non è termoventilato, la temperatura potrebbe non essere la stessa dappertutto. A seconda della grandezza del pezzo la cottura può andare da 15 a 30 minuti, in ogni caso se un pezzo non è cotto bene, si può anche ricuocere più volte.
Alcuni colori possono scurire con la cottura, specialmente se la temperatura è troppo alta.
E’ importante infatti non superare la temperatura indicata sulla confezione, altrimenti la pasta può bruciare e rilasciare fumi leggermente tossici; un oggetto non cotto per un tempo sufficientemente lungo o a una temperatura troppo bassa rimarrà fragile o, al momento di un eventuale taglio tenderà a sbriciolarsi, invece se si cuoce troppo il pezzo diventa quasi gommoso.
Durante la cottura la pasta puzza un po’, è normale e non nocivo. Come il suo nome l’indica, è una pasta sintetica, niente di naturale, conviene quindi aerare bene il forno e l’ambiente dopo la cottura della pasta sintetica, non toccare né il cibo né la bocca durante la lavorazione e lavarsi le mani con cura dopo. Non riutilizzare per la cucina gli stessi strumenti e contenitori utilizzati per la pasta sintetica.
Il termostato dei forni spesso non è molto attendibile, si può controllare la temperatura con un termometro interno ( costano tra i 5 ed i 7 euro ) oppure fare un "test" prima di cuocere il materiale: riscaldare il forno alla temperatura che indica i 130 gradi, mettere un foglio di carta bianco nella zona centrale del forno del forno. Se il foglio dopo 30 minuti è ancora bianco al massimo color crema chiaro sui bordi vuol dire che il tuo forno non ha superato i 130 gradi. Se il foglio cambia colore evidentemente occorre abbassare la temperatura. In tal caso bisogna lasciar raffreddare il forno e continuare a fare prove con il foglio bianco, fin quando non rimane bianco. Se non si è ancora sicuri si può fare una “prova del nove” infornando un pezzettino di pasta bianca traslucida: si ingiallisce vuol dire che la temperatura è un po’ troppo alta.
Si devono introdurre gli oggetti quando il forno è già a temperatura e aspettare che si raffreddino prima di tirarli fuori.
Una volta cotta la pasta modellabile rimane flessibile finchè non si è raffreddata, è una caratteristica utile se si vogliono piegare leggermente gli oggetti e dargli una nuova forma tenendoli e passandoli sotto l’acqua corrente fredda.
Se si usa il forno in cui dopo si cucinano alimenti, è opportuno mettere gli oggetti dentro ad un contenitore e coprirlo per tutto il tempo della cottura, eventualmente si può utilizzare un contenitore in metallo o in pirex per controllarne l’interno.
Se si utilizza molto il forno per la cottura di questi lavori, è consigliabile procurarsene uno elettrico piccolino, e tenerlo solo per questo uso. Se però si usa solo di tanto in tanto, per piccole e brevi cotture, non ci sono problemi a utilizzare quello di casa, con vaschettine di alluminio usa e getta per appoggiarvi i pezzi da cuocere .
Per evitare che gli oggetti in fase di cottura diventino lucidi nella parte a contatto con il piano di cottura, se ne può cospargere lievemente la superficie con il borotalco. Il talco mantiene staccata la pasta dalla superficie ed inoltre (è uno dei componenti del materiale) crea nella superficie una zona meno soggetta alla deformazione perché ha una percentuale maggiore di carbonato di calcio. Se dopo cotto quel lato avesse un velo bianco basta passare un panno umido e tutto va via.
Nel caso di forme complesse si possono cuocere le parti in differenti fasi; man mano che si va avanti con la modellazione, è molto più facile aggiungere dettagli sul pezzo ormai indurito. Per rendere resistente il punto d'unione tra la pasta cruda e quella già cotta si dovrebbero attendere 24 ore prima di infornare in modo che il solvente presente nella pasta cruda penetri in quella cotta formando dei legami, in alternativa si può mettere una goccia di liquid tra le parti o un pochino di colla vinilica ,non usare mai l’attack se si intende ricuocere, produce gas molto tossici.
Per cuocere i pezzi si possono mettere su un foglio di carta da cucina piegato in quattro su un vetro o su una piastrella in ceramica, così il pezzo da cuocere appoggia su un fondo morbido e non si formano delle indesiderate zone appiattite e lucide nel punto in cui il pezzo appoggia al vetro (a meno che , invece, questo non sia l'effetto desiderato).
La cottura tramite bollitura si può fare per oggetti non troppo grandi e non con tutte le paste, si deve portare l'acqua all'ebollizione e poi metterci i pezzi dentro, lasciandoli qualche minuto, puo’ essere utile l’utilizzo di un pentolino in terracotta che ha il vantaggio di non far muovere troppo gli oggetti durante la bollitura.
Consigli per la cottura delle perline o oggetti tondeggianti : può accadere che il lato a contatto diretto con la teglia si appiattisce, si possono mettere a cuocere appoggiate su un pezzo di carta da forno, le palline distribuendo il peso su una V non si deformano [http://www.desiredcreations.com/howTo_TLBeadBakingTools.htm ] , in alternativa su foglio di fibra in poliestere (la trama di questo tessuto non si imprime sulle perline e la temperatura di cottura non è abbastanza alta da sciogliere le fibre in poliestere) o infilate su uno spiedino in legno ( che dara però un buco abbastanza grande) sistemato in orizzontale tra due supporti ( si possono fare con degli avanzi di pasta ) , è sconsigliato invece l’uso di spiedini in metallo che scaldandosi deformano il buco.

Nota: diversi anni dopo aver scritto questo articolo, che fu uno dei primi sul mio primo blog dedicato alle paste polimeriche (prima del 2008 quando ho trasferito tutto qui) ho realizzato un video per il mio canale youtube sullo stesso argomento, visto che ricevo molte domande sul tema. Le informazioni di questo post sono dunque riviste ed aggiornate nel video :


Nessun commento:

Posta un commento